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CONFEDERAZIONE ITALIANA SINDACATI LAVORATORI

Comunicato stampa su Banca Carige

Banca CarigeGiovedì scorso Banca Carige ha diffuso un comunicato stampa in cui si annuncia un aumento di capitale “fino ai massimi” di 800 milioni di euro, che rende nota la composizione del consorzio di garanzia disponibile a sottoscrivere le nuove azioni eventualmente inoptate e che informa di alcune sostituzioni nei Consigli di Amministrazione delle aziende controllate.

Al di là delle apparenti conferme delle decisioni assunte lo scorso aprile, ci pare che i contenuti di questo nuovo comunicato stampa meritino una nostra riflessione.

  • Un aumento di capitale di 800/mln di euro per una banca che, ad oggi, ha una capitalizzazione di borsa di poco superiore agli 850/mln, assomiglia molto, nei fatti, a un formale annuncio di messa in vendita della capogruppo, e così è stata letta da gran parte dei commentatori. Ci pare evidente come questo annuncio esponga prima di tutto la banca al rischio di operazioni di natura esclusivamente finanziaria o speculativa. Esattamente il contrario degli investimenti industriali, orientati al rilancio del gruppo, che le OO.SS. avevano auspicato fin dall’inizio di questa vicenda.
  • È evidente che, qualora l’aumento di capitale avesse queste dimensioni, la Fondazione sarebbe destinata a rimanere con quote di capitale quasi insignificanti e cesserebbe di essere il socio di riferimento, con ovvie conseguenze negative sul rapporto con i territori e sulle prospettive di sostegno alle economie locali.
  • Il comunicato stampa sembra prevedere il rinvio o la rinuncia alla cessione di asset non strategici annunciati lo scorso aprile, come la cessione della partecipazione nelle autostrade o come la vendita di alcuni immobili. Queste dismissioni, unitamente al ricavato della cessione di SGR, alla rivalutazione delle quote Banca Italia e alla svalutazione dei cespiti (apparentemente non considerate) potrebbero consentire un ricorso al mercato per importi più contenuti, salvaguardando contemporaneamente l’attività caratteristica del Gruppo e i posti di lavoro.
  • Le nomine di nuovi consiglieri di amministrazione nelle banche controllate fanno ritenere che, almeno per il momento, sia stata rimandata (o addirittura abbandonata) l’ipotesi di una fusione tra tutte le banche del gruppo. Di norma non si fanno nuove nomine nel Consiglio di Amministrazione di un’azienda che sta per essere incorporata. Questa ipotesi, da più parti ventilata, sarebbe un notevole elemento di garanzia di mantenimento dell’integrità del Gruppo, permetterebbe di evitare la proliferazione e la duplicazione degli incarichi, comporterebbe notevoli risparmi e, tutto questo, senza alcun costo sociale.Al contrario, a quanto ci risulta e a quanto leggiamo sulla stampa, continuerebbero ad essere in fase avanzata di studio iniziative come la chiusura/vendita di sportelli o come l’attivazione di un fondo esuberi, che comporterebbero sensibili perdite di posti di lavoro e metterebbero a rischio l’integrità del Gruppo.Se questo è il quadro, crediamo necessario ribadire quale è la nostra posizione e richiedere che vi sia chiarezza da parte di tutti i soggetti coinvolti nella vicenda.Il sindacato è interessato a sapere quale è il progetto di Banca ovvero se i nuovi investimenti siano destinati al rilancio del gruppo o se siano finalizzati a drenare risorse e a produrre operazioni finanziarie con pesanti ricadute sui lavoratori.Analoghi interessi dovrebbero statutariamente essere perseguiti da tutte le Istituzioni del territorio e dalla Fondazione stessa. Ci pare francamente stupefacente che, dall’inizio di questa vicenda, nessuno – tranne noi – si preoccupi della sorte di alcune migliaia di lavoratori e dell’esito che potrebbe avere sulle economie locali la dissoluzione del Gruppo. Non ci pare che i termini della discussione in corso siano finalizzati a evitare queste conseguenze.Per parte nostra ribadiamo l’indisponibilità a gestirne le ricadute senza conoscere la prospettiva industriale delle aziende del gruppoeinvitiamo le Istituzioni e la Fondazione ad esprimersi con chiarezza circa il ruolo dell’azionista di riferimento.Genova, 24 febbraio 2014INTERSAS GRUPPO BANCA CARIGE

DIRCREDITO – FABI – FIBA CISL – FISAC CGIL – UILCA – UNISIN FALCRI

 

 

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